Il dramma del drammaturgo che sale in taxi per andare a teatro fuori orario e deve rispondere alla domanda: ma che lavoro fa?
10.12.2024
Baliani Antigone II, non basta la parola
Ha fatto il pieno con tutto esaurito, seppur lassù nell'appennino piacentino, il Festival di Veleia, che si autodefinisce 'di teatro antico' per la suggestiva location romana, o forse anche per quel certo taglio televisivo del cartellone (veleiateatro.com). Fa piacere comunque notare che sia già sold out anche la prima, il 19 luglio, della proposta meno pop, un Antigone che Marco Baliani presenta con gli allievi del laboratorio Fare Teatro Bottega XNL. Ci sono pochi posti ancora per le due repliche del 20 e del 21, ma non resteranno per tanto tempo disponibili.
Baliani è riuscito a riempire anche il cortile interno della Biblioteca Sormani, a Milano, persino di sabato sera, alle 19.30, il 9 luglio, con il suo classico, denso e imperdibile 'Kohlhaas' da von Kleist, dopo ormai quasi duemila repliche. Tra l'altro sarebbe curioso contare quanti spettatori ogni volta sono per così dire vergini e quanti invece tornano a vedere non solo l'autore-attore ma proprio questo stesso suo cavallo di battaglia (chè di cavalli e battaglie, appunto, oltre che di giustizia, si parla, eccome).
Si era già misurato anche con l'Antigone, nel 1991 a Bologna, per commemorare la strage della Stazione, e stavolta, a Veleia, promette di far partire la narrazione non dalle parole ma dai corpi dei suoi allievi e dalle risposte di questi alla desolazione della guerra. Certo non è un performer da Sant'Arcangelo, che con il corpo arriva a percorrere le immagini del presente, ma un artista impegnato di fama che si misura nel 'teatro antico' con la guerra in tempi di guerra.
Lo spettacolo vede Baliani insolitamente anche supportato in scena da un professionista del livello e dell'esperienza di Massimo Foschi e da una giovane talentuosa Petra Valentini, con tanto di 'paesaggio sonoro' firmato dal figlio Mirto Baliani, suo collaboratore per le musiche da diverse stagioni. L'attesa, più che per la forma teatrale, è per i contenuti, ovviamente: difficilmente, con il dramma dell'Ucraina così aperto, Baliani se la potrà cavare con una dedica al passato, come nel controfinale di 'Kohlhaas', all'inganno in cui piombarono i compagni di ieri che vollero ergersi a giustizieri.