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La 'schifosa' lezione ai leziosi di Yana Ross

Nella foto di Sabina Boesch, una scena delle “Brevi interviste…” di Yana Ross

 C’era una certa attesa per le ‘Brevi interviste con uomini schifosi’ di David Foster Wallace nella versione teatrale che s’annunciava ‘scandalosa’ della lituana Yana Ross, una che, a quanto recita la sua autobiografia, s’impegna sodo per violare i tabù e l’interdetto delle nostre società. Che scelga strade inconsuete lo si è visto subito, intorno alle 20 di lunedì 27 giugno, quando al pubblico che doveva entrare nel Teatro delle Tese all’Arsenale di Venezia, è stato indicato di mettersi in fila davanti a un insolito ingresso sul retro, lato palcoscenico; poi a gruppetti gli spettatori hanno cominciato a raggiungere le poltrone attraversando proprio la scena, una casa bianca con giardino, mentre nella vicina veranda di vetro due porno-attori copulavano senza sosta, si direbbe con una certa sobrietà sonora.

In ogni caso, la faccenda è durata un bel po’ e così uno spettatore veneziano agee, che si era seduto in terza fila già poco dopo l’apertura delle porte, ha cominciato a spiegare alla signora accanto: “me pare chiaro che lui ga ‘na protesi là sotto, eh, come gli attori dei film di Brass, me lo aveva dito proprio la Carla Cipriani…sì la moglie di Tinto…”

 La protesi virile, in effetti, è poi arrivata per davvero, qualche decina di minuti dopo, ma sotto forma di microfono che s’introduce a registrare un alterco con orgetta di una coppia omosessuale nella Jacuzzi. La prima notizia da non sottovalutare, del resto, era bene sottolineata con avvisi scritti all’ingresso: le scene hard non mancano, basta alzare la mano e la maschera accompagna fuori chi non ce la fa più (alla prima, solo una persona si è sfilata). Si tratta di due ore che mettono a dura prova persino le viscere degli spettatori: per dirla con le categorie da vecchio stampino freudiano, si va dall’oralità, con tanto di lezione di cunnilingus dove al posto del sesso femminile vengono usate le pesche, all’analità, con ripetuti momenti che simulano atti di coprofagia. 

 Lo spettacolo, tanto inquietante quanto accattivante, perverso eppure morale, viene dallo Schauspielhaus di Zurigo ed è recitato tutto in tedesco. “Io lo dico sempre”, commentava uscendo una spettatrice professionale, “che il teatro in tedesco ha una marcia in più”. Diciamo che in effetti gira tutto sulle marce alte, perfettamente interpretato da una generosa e professionale compagnia teatrale, che ha necessitato persino l’aiuto, si legge nei credit, di una “Intimacy Coach”. La bravura della Ross, che dal 2023 lavorerà al Berliner Ensemble, sta nell’equilibrio tra la fedeltà alla poetica del testo di DFW, e l’inevitabile tradimento in favore di un obiettivo coerente al proprio percorso teatrale. 

 Tornando con i piedi per terra, da indagare resta anche il nome del crudele suggeritore che ha indicato alla Ross, come titolo italiano del talk in cui ambientare l’esilarante parodia del salotto televisivo trash, proprio’ Piazza Pulita’, ovvero un programma dove invece se la tirano tutti da super-impegnati, il conduttore e gli opinionisti, in primis il guru di punta Stefano Massini, oggi tra i numeri uno del teatro borghese italiano. A proposito, per chiudere, è davvero disarmante il confronto di queste ‘Interviste’ di Yana Ross con la versione italiana in cui si sono impegnati i pur stra-bravi e stra-riconosciuti Lino Musella e Paolo Mazzarelli: niente, fatte le dovute eccezioni, sembra proprio che non ce la possiamo fare. E, per carità di patria, lasciamo perdere la retorica e la leziosità con cui risuonavano le parole della povera Alda Merini, nel principio della notte dell’Arsenale, prima che un po’ di sano techno pop si stendesse come il cielo stellato a far chiudere baracca e burattini.

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