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Mirate all'angelo nuovo del Fontana, e guardate bene tra le novità nel solito castello di Amleto

Una scena di 'Vizita', spettacolo del Teatro dell'Albania che sarà in cartellone al Fontana

 Non era facile ‘prendere la mira’ della presentazione, nella serata di lunedì 10 giugno, per la festa con dj-set in cui è stata svelata la nuova stagione ‘Mirate all’angelo’ del Teatro Fontana. Una ricca e insolita concorrenza poteva distrarre gli appassionati, da ‘Solo una cosa ho avuto nel mondo’ di Cristiano Calcagnile e Monica Demuru, in scena per Stanze di Alberica Archinto, addirittura a un numero uno come Lino Musella che in sala Fassbinder all’Elfo Puccini ha inchiodato il pubblico alle poltrone con il suo monologo ‘Come un animale senza nome’ dedicato a Pier Paolo Pasolini. 

 Prima prova completa della nuova direzione di Ivonne Capece, ‘Mirate all’angelo’ viene presentata con ‘un claim che è un comando dal sapore militare (o militante), ma anche un’esortazione e insieme l’indicazione di una meta. Mirare è dire uccidere: fucilate l’angelo, il messaggero, il puro; negate la verità, la libertà, scatenate i plotoni d’esecuzione contro tutte le luci del mondo. Ma vuol dire anche ‘guardare’, volgere lo sguardo in alto come verso cupole affrescate, verso ciò che ci supera e non conosciamo. Mirare significa ‘puntare’, direzionarsi senza perdersi, fissare un orizzonte in crescita, dove ancora non siamo ma costruiamo per essere. Mirate all’angelo, un viaggiatore sempre avanti, sempre straniero, per superare il punto in cui è lui’. 

 Queste parole di Capece sottolineano il senso di ‘una stagione di inizio, di passaggio, di intersezione tra precedenti e nuove correnti’. E’ evidente il tentativo di trasformazione della presenza del Fontana sulla scena milanese, operando in qualche modo l’‘upgrade’: non a caso, la direttrice, subito dopo aver citato ‘Vizita’ - prima ospitalità internazionale, vincitrice dei più importanti premi di teatro in Albania - sottolinea orgogliosamente ‘il saluto alla nuova direzione che tanti grandi artisti, per la prima volta ospiti del Teatro Fontana, hanno desiderato fare con la loro presenza: da Chiara Guidi con il suo ‘Inferno’, a Deflorian/Tagliarini con lo spettacolo cult ‘Sovrimpressioni’; da Federica Rosellini con ‘Hildekurt’, performance iper-sperimentale sulla monaca medievale lldegarda di Bingen e l’icona rock Kurt Cobain, ad Anagoor con ‘Liber Secundus: Ilio Brucia’, lettura in latino dell’Eneide di Virgilio; da Frosini/Timpano con ‘Ottantanove’ ad Arianna Scommegna che fa rivivere lo storico monologo di Atir sulla ‘Cleopatràs’ di Giovanni Testori, mentre Emanuele Aldrovandi firma due ospitalità all’interno della stagione’.

  Oltre all’interessante rassegna di novità Itaca, che torna anche quest’anno, sono comunque le quattro nuove produzioni Elsinor a garantire in qualche modo la diversità e l’originalità del cartellone. Si comincia, dall’8 al 10 novembre, con una giovane e promettente attrice drammaturga, Caterina Filograno, che presenta ‘Oleandra’, uno spettacolo sul tema della persistenza nel metaverso, ambientato in un futuro verosimile, attraverso una storia in cui il confine tra quello che viviamo e quello che potremmo vivere è sempre più labile e incerto. 

 Dal 14 al 24 novembre arriva poi Giovanni Ortoleva, uno dei giovani registi che fanno ben sperare per il futuro del teatro italiano: affronterà nientemeno che ‘La signora delle Camelie’ di Alexander Dumas, in una produzione che vede coinvolti anche Fondazione TPE, Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse e Arca Azzurra. Alla sua maniera sempre molto viva e mai banalmente attualizzante, Ortoleva prende il canovaccio di Dumas jr come ‘la cronaca impietosa di un omicidio sociale in cui la violenza classista è travestita da romanticismo’. Sicuramente uno spettacolo da non mancare.

 Di grande interesse è anche la riproposta del ‘Tartufo’ di Molière firmata da Michele Sinisi, che sarà al Fontana dal 14 al 26 gennaio, e viene annunciata come un progetto che ‘vuole mettere a fuoco il presente costruendo lo spettacolo come un immenso fascicolo di menzogne, un labirinto di ipotesi, un buio castello dove è impossibile distinguere il vero dal falso’. 

 La quarta novità Elsinor, ‘L’estasi della lotta’, arriverà a Milano l’11 e il 12 febbraio dopo un rodaggio al LAC-Lugano e nelle sale di Trento Spettacoli, che sono i coproduttori. Scritto da Angela Dematté, 'è un progetto molto intimo e personale di Carlotta Viscovo, attrice torinese per anni portavoce dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo, la cui vita risuona di quella della scultrice francese Camille Claudel. Due artiste che non sanno tenere insieme le cose: l’ambizione legata alla propria arte e l’ansia di verità e di giustizia'.

 Nell’Apocalisse, che è il libro della Bibbia dove la figura dell’ánghelos ricorre maggiormente - spiega un biblista esperto come Carlo Doglio - il primo verbo con cui Giovanni evoca l’atto di essere richiamati a mirarlo, è ‘voltarsi (epistréphō) con un valore simbolico, per indicare non semplicemente uno spostamento fisico, ma un capovolgimento spirituale, un cambiamento di prospettiva interpretativa’. Vedremo se sarà così anche per il nuovo Fontana, di certo la stagione prossima ventura presenta più di un appuntamento dinanzi a cui fermarsi.

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