Il Giorno della Memoria e l'arte della memoria: emozioni e inquietudini dinanzi alle opere su Gaza di Taysir Batniji alla Biennale di Lione
23.01.2025
Accidenti com'è bell'angosciante: cos'altro potremmo dire di questo 'Cose molto cattive'? Non vorrete mica parlare di 'gaslithing'?
Di ‘Cose molto cattive’ si possono dire soltanto parole molto buone. Cominciando dal teatro che ha ospitato per tre giorni, dal 17 al 19 dicembre, questa nuova prova letteraria, dal celebre ‘Giro di vite’ di Henry James, del drammaturgo e regista Matteo Tarasco.
Il PACTA Salone è una piccola realtà di quasi periferia, e non manca d’orgoglio, legittimamente. Al netto che poi è assai ‘comodamente scomoda’ dal cuore di Milano (ci si arriva proprio con la MM2, ultima fermata Abbiategrasso-Chiesarossa, ultima uscita in fondo al binario, con tanto di ascensore, verso via Palati, duecento metri a destra, e ancora a destra per via Dini), ha ereditato dal glorioso Centro di Ricerca Teatrale quei manifesti d’epoca mozzafiato, con i nomi e i titoli più importanti della rivoluzione teatrale degli anni Settanta.
S’è tramandata così anche una certa tenacia nella pratica della diversità, che si traduce in tante proposte particolari, ma con un certo sforzo di metterle in ordine. Una delle sezioni più interessanti del cartellone s’intitola 'New Classic', si è aperta con un prezioso omaggio a Kafka e nel 2025 arriverà a Bukowski dopo aver addirittura organizzato l’incontro-scontro di un trittico cult come Fassbinder, Marivaux e Pirandello.
‘Cose molto cattive - Gaslighiting’ faceva parte di questa stessa sezione invero parecchio raffinata, e la cosa tanto cattiva sarebbe parlane nel dettaglio, perché, essendo un lavoro così ammirevolmente essenziale (forse soltanto con qualche musica di troppo), si rischia di spoilerare tutto, ma proprio tutto, trovate teatrali incluse.
Già il canovaccio è quello di una gothic-novel da storia della letteratura, se si aggiungono anche i dettagli della scena, classicamente povera e bella, oppure la traduzione del racconto in dinamiche tra i personaggi, beh, si rovina il gusto agli spettatori che potranno ancora - si spera presto da qualche parte - vedere lo spettacolo.
E' un delitto spoilerare, è un aggravante il potenziale di pochi spettatori. Non ci si può sorprendere, del resto, se in casi del genere ci si ritrova magari solo in quattro o cinque, per l’ultima rappresentazione, alle 19 di un giorno pre-natalizio, in una sala che è collocata ai margini della città e pure fuori dal traffico delle influenze da industria culturale.
Lodevolissimo, dunque, che la piccola compagnia non si sia perduta d’animo. Si sa, l’attore che vuol essere degno di calcare il palcoscenico recita perfettamente anche per un solo spettatore. Nel caso specifico, un po’ spiace per le tre bravissime attrici, con in testa Arianna Ilari che si deve proprio buttare anima e corpo - con tutto il corpo e con tanta anima - nella complessa parte dell’Istitutrice (Agnese Torre è la Governante, Ania Rizzi Bogdan l’inquietante Fantasma e il Mostro).
Non bastasse la mezza enciclopedia che si può mettere insieme partendo da ‘The Turn of the Screws’, o forse proprio per sviare dal racconto originale di Heny James, l’autore e regista Tarasco ha voluto aggiungere a un titolo già di suggestione cinematografica, ‘Cose molto cattive’, il carico di ‘Gaslithing’.
Questa espressione nel 2022 è stata scelta come parola dell’anno dagli americani del dizionario Merriam-Webster, che alla voce propria ‘gaslighting’ presenta due significati, e la prima definizione è: ‘Manipolazione psicologica che durante un lasso di tempo prolungato induce la vittima a mettere in dubbio la validità dei propri pensieri, la propria percezione della realtà o dei ricordi, e porta a confusione, perdita di sicurezza e autostima, incertezza delle proprie emozioni e salute mentale’.
La seconda definizione di ‘gaslighiting’ comprende meglio una delle ossessioni del mondo post-digitale: ‘L’atto o la pratica di sviare, ingannare qualcuno per il proprio tornaconto’. Ma non fatevi tirar dentro da questa suggestione del significato traslato al presente.
Questo spettacolo è soltanto un piccolo, essenziale e inquietante esempio di teatro-teatro. La realtà-realtà resta rigorosamente fuori con tutto il carico di vera follia, e lo spettatore che si lascia prendere dall’angosciante insanità che va in scena, torna là fuori soltanto dopo.
Magari per scoprire che dalla voce ‘gaslithing’, come in una matrioska, spunta nell’etimologia il titolo di un film celeberrimo, ‘Gaslight’ di George Cukor, con una Ingrid Bergman da Oscar (titolo italiano: ‘Angoscia’), che è il remake del ’44 di un precedente del ’40...
...e che il primo film 'Gaslight', a propria volta, si rifaceva a un’opera teatrale, del 1938, poi diventata un grande successo con il titolo ‘Angel Street’, creata dal drammaturgo e scrittore inglese Patrick Hamilton. Nel 2023 Fazi ha riproposto in italiano il suo romanzo forse più importante,’Schiavi della solitudine’, con post-fazione in cui Doris Lessing inquadra lo strano caso di Hamilton stesso...
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