Il dramma del drammaturgo che sale in taxi per andare a teatro fuori orario e deve rispondere alla domanda: ma che lavoro fa?
10.12.2024
Ma dove vai? Ma dove vai? Tanto oramai sei via... con il nuovo giro del mondo di FOG, per due mesi e mezzo in 36 spettacoli di 22 Paesi diversi
Pover’uomo, Umberto Angelini, che infernali ‘tour de force’ gli toccano!
Il direttore di Triennale Teatro non ha fatto quasi in tempo a limare le virgole sul complesso programma del prossimo festival FOG Perfoming Arts, dove una cinquantina d’artisti di 22 Paesi del mondo daranno vita a 36 spettacoli, che già doveva presentarlo alla stampa, martedì 26 novembre a Milano.
Non ha finito di dire quattro parole ai giornalisti e ai suoi datori di lavoro milanesi (in primis l’arci-archi-star Stefano Boeri, che benedice sempre con rispetto il programma ‘très chic’ dei vari FOG), che il giorno dopo ha dovuto rimettere i panni di Sovrintendente del Teatro Grande di Brescia, dove aveva organizzato una serata che celebrava il trentennale della Fondazione bresciana, con la Spellbound Contemporary Ballet impegnata in ‘RECOLLECTION OF A FALLING - Postiamo il futuro’.
E nel suo futuro immediato, di Angelini, non c’era certo il ricordo di una caduta, ma l'alternativa di un precipitoso ritorno a Milano, per festeggiare le tre repliche ‘sold out’ della sua Daria Deflorian ne ‘La Vegetariana’, ancora con un altro velocissimo cambio, d’abito e di città.
Pensa che sfortuna, gli tocca di correre addirittura a Parigi e di beccarsi pure lo spettacolo di chiusura del Festival d’Automne, il 28 novembre nella Grand Halle de La Villette, con l’Orchestre de Paris impegnata nell’evento clou, così presentato ufficialmente: Romeo Castellucci, Esa-Pekka Salonen, Gustav Mahler Symphonie No. 2 “Résurrection”.
La presenza come primo nome in cartellone del regista teatrale di Cesena - che è stato il fiore all’occhiello in questi ultimi anni anche di Triennale Teatro - fa di Angelini un invitato speciale a questa Resurrezione. Che è poi la ripresa, due anni dopo, di un allestimento clamoroso e choccante - presentato in uno stadio al festival di Aix-en-Provence -, un rito funebre della Terra con tanto di ripetute esumazioni di cadaveri e una sorta di diluvio universale per finire.
Tornando alle nostre miserie, qui cola soltanto l’invidia dramaholica, ché magari capiterà pure di beccarsi Angelini nel fine settimana alle Fonderie Limone Piemonte, dove il Teatro Stabile di Torino, come Extra di Torinodanza, ha fatto il colpaccio di portare in prima italiana ‘Taverna Miresia’ di Mario Banushi, giovane regista d’origine albanese.
Considerato la nuova grande promessa del teatro greco, ovvero europeo, Banuschi in persona arriverà poi a marzo per un workshop del ‘pubblic program’ di FOG 2025 (doveva anche presentare in scena un altro suo lavoro, ma è saltato per un problema di diritti).
Questa breve spettegolata sull’agenda Angelini, aldilà del dubbio gusto per l’indiscrezione, mostra molto bene in controluce le caratteristiche che rendono unici FOG e Triennale Teatro, per via appunto delle personalità di chi lo dirige e dei suoi collaboratori. C’è tanta passione da spettatore, in prima battuta, condivisa da un gruppo di professionisti che perciò sul lavoro possono poi essere ‘freddi’ come è il direttore.
Angelini non è un attore, non è un regista, non è un autore, non è un critico, nemmeno un manager ultra-bocconiano, nel senso di fanatico dell’economicismo: è uno spettatore appassionato, prima ancora che un Direttore artistico e Sovrintendente.
Certo, non è che siamo nel pallone, non ci sono tifosi da grida al Capitano ‘Uno di noi’: parliamo pur sempre di uno spettatore particolare, interessato e per così dire ‘modaiolo’, con un’attenzione maniacale a quel che si muove sulla scena internazionale, un’apertura consolidata all’interdisciplinarità e all’estensione di luogo, al di fuori della sola sala teatrale, dello spettacolo. Con qualche piccolo trucco in più nell’armamentario, per esempio, la diffidenza nei confronti dell’ultimo titolo di…, fosse pure di un artista che ha amato.
Angelini stesso, in chiusura di presentazione del programma, come se volesse mettere le mani rispetto alle solite obiezioni - relative al livello delle proposte, che può sembrare a volte pretenzioso, o almeno rarefatto, a chi è abituato ai cartelloni banali -, ha accennato persino all’intenzione di forzare sempre un po’ il patto col pubblico, contando sulla fiducia ormai conquistata di una platea particolare, per presentare qualche vera e propria proposta-sfida.
Tanto anche a vincere facile sa bene come fare, correndo appresso ai Castellucci’s, o per esempio adesso a Marcos Morau nuovo Artista Associato, o alla novità internazionale da caratteri cubitali. Che sia del teatro come 'Medea's Children' di Milo Rau, della musica come 'Ringdown', il nuovo progetto di Caroline Shaw con Danny Lee, o ancora della danza contemporanea, come 'Il cimento dell'Armonia e dell'Invenzione' di Anne Teresa De Keersmaeker con la sua compagnia Rosas e insieme Radoun Mriziga.
L’importante è che oltre alle eccellenze e ai nomi più sperimentati e amati, ci siano sempre anche altri artisti, oltre a quelli appunto laureati dal successo, e sempre altri spettacoli, anche quelli per davvero più urticanti.
Tanto, come capita tra spettatori appassionati nel dopo teatro, nessuna simpatia resiste per sempre e per quanto riguarda poi le antipatie, come si suol dire ‘ogni famiglia infelice è infelice a modo suo’.
Resta da leggere attentamente il programma ufficiale di questa ottava edizione di FOG, ché indicare quale siano le proposte migliori è invero arduo. Quest'anno si fa notare anche una forte caratura politica internazionale, per esempio con la presenza di spettacoli-testimonianza contro l'oscurantismo dei regimi islamisti, piuttosto che con il raffinato attivismo della sudafricana Mamela Nyamza, che rivisita il suo più noto assolo del 2007 'Hatched'.
Presa visione di cotanto FOG2025, agli amici dramaholici milanesi resta da fare pure il giochetto di società ‘Indovina quale viaggio mi sono risparmiato?’, perché ciascuno può trovare almeno un pugno di artisti e di proposte che si era già ripromesso d’andare a pescare chissà dove. In mezzo a 80 repliche di 36 notevoli titoli di teatro, danza e musica, con una ventina di prime!
ECCO IL PROGRAMMA UFFICIALE
L’ottava edizione di FOG prende il via ufficialmente sabato 1 febbraio con una serata speciale che vedrà protagoniste tre performance (Extending Further delle egiziane Nafaq e Lander Gyselinck, On vous voit del francese Samir Laghouti Raswhawan e Fuga degli italiani Gaetano Palermo e Michele Petrosino) e una installazione video (A skewed conversation dell’egiziana Eman Hussein con la sua compagnia Maat Dance Company) e sarà suggellata dal live del duo di producer colombiani Frank Rosaly e Ibelisse Guardia Ferragutti, presentato da Radio Raheem: dieci artisti, tre prime nazionali per un’inedita serata di inaugurazione che invaderà gli spazi di Triennale Milano.
Martedì 4 e mercoledì 5 febbraio a Triennale Milano Teatro la programmazione del festival entra nel vivo con lo spettacolo della coreografa belga, che vive e lavora da molti anni in Svizzera, Cindy Van Acker, una delle protagoniste più radicali a livello internazionale: Quiet Light è un affascinante incontro fra lo spazio del palcoscenico e il corpo, un respiro architettonico suggestivo dove i movimenti di Stéphanie Bayle e Daniela Zaghini, sue storiche interpreti, trascinano gli spettatori in un poetico incontro con l'anima, la materia e la luce.
Negli stessi giorni, il Garden Foyer di Triennale Milano ospita la performance Nothing deeper di Elena Rivoltini, soundartist e performer, selezionata dal network FONDO, che indaga i processi fonatori che precedono e permettono l’emissione vocale, dalle tecniche di “appoggio” del canto lirico ai meccanismi laringei, dalla respirazione diaframmatica ai movimenti intercostali.
Primo appuntamento al Teatro Filodrammatici di Milano, venerdì 7 e sabato 8 febbraio con la prima nazionale di We Came to Dance che unisce la drammaturga iraniana Nasim Ahmadpour e il regista Ali Asghar Dashti in uno dei lavori più acclamati dell’ultima stagione teatrale, che partendo da storie reali costruisce una riflessione unica e dolorosa sull’arte e sulla libertà di espressione.
Sabato 8 e domenica 9 febbraio si torna a Triennale Teatro Milano per uno degli appuntamenti più attenti alle nuove generazioni della danza: composto da oltre trenta giovani danzatrici e danzatori provenienti da tutto il mondo, il Ballet Junior de Genève presenta a FOG un trittico di opere composto da Cathedral, coreografata da Marcos Morau e accompagnata dalla musica spirituale di Arvo Pärt; Tenir le temps di Rachid Ouramdane con la partitura del compositore Jean-Baptiste Julien, e Touch Base, con le coreografie e le scelte musicali di Imre e Marne Van Opstal.
Insieme alla danza, la musica rappresenta una delle principali espressioni nella proposta live del festival. In quest’ottica la GAM – Galleria d’Arte Moderna di via Palestro ospita sabato 15 febbraio la prima assoluta del nuovo lavoro del musicista e compositore milanese Nicola Ratti, Concerto per tre stanze di museo, un’opera site-specific nella quale la musica segue le suggestioni dettate dagli spazi e il pubblico è invitato a prendere parte a un autentico viaggio sensoriale, muovendosi a proprio piacimento nel flusso sonoro che li attraversa.
Marcos Morau, Artista associato di Triennale Milano Teatro per il triennio 2025-2027, ritorna protagonista sabato 15 e domenica 16 febbraio insieme alla sua compagnia La Veronal per un altro appuntamento da non perdere: TOTENTANZ è la versione per palcoscenico dell’omonimo lavoro di Morau, realizzato ad hoc per Triennale Milano in occasione dell’inaugurazione della Stagione teatrale 2024 (prima assoluta).
Lunedì 17 febbraio al PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano Teho Teardo, compositore e musicista tra i più originali protagonisti del panorama musicale europeo, presenta il suo Concerto al buio, progetto che nasce da una serie di registrazioni ambientali notturne effettuate dall’artista nelle foreste al confine tra Italia, Austria e Slovenia, un universo sonoro pulsante fatto di pattern ritmici, versi di animali ed enigmi.
Ancora una prima italiana martedì 18 e mercoledì 19 febbraio con Songs for no one dell’autrice e regista iraniana Nastrane Razawi Khorasani, che racconta le vite di due giovanissimi invisibili sotto il regime islamico nel proprio paese, interpretando personalmente dialoghi, poesie e canzoni in un suggestivo assolo basato su conversazioni telefoniche reali con i bambini.
Tra gli spettacoli più attesi di questa ottava edizione di FOG, arriva a Triennale Milano Teatro sabato 22 e domenica 23 febbraio Il cimento dell’Armonia e dell’Inventione, frutto dell’ultima collaborazione tra Anne Teresa De Keersmaeker, insieme alla sua compagnie Rosas tra le più acclamate protagoniste della danza contemporanea a livello mondiale, e il coreografo e danzatore marocchino Radouan Mriziga: a ispirare il processo creativo è la registrazione delle Quattro Stagioni di Vivaldi realizzata della violinista e storica collaboratrice di Rosas, Amandine Beyer, insieme al suo ensemble Gli Incogniti, in un lavoro di decostruzione di una delle opere più celebri del repertorio internazionale della musica classica.
Mercoledì 26 febbraio FEMINA, primo progetto in solo dell’artista multimediale Riccardo Giovinetto: una performance audio-visiva che lavora sull’intelligenza artificiale sovrapponendo reminiscenze di cori polifonici a composizioni di musica elettronica e destrutturando campioni di dipinti rinascimentali in un flusso vivo di immagini reattivo al suono.
MARZO
Il mese di marzo si apre a FOG con un altro appuntamento clou del cartellone: sabato 1 e domenica 2 marzo è infatti la volta del nuovo controverso lavoro firmato da Milo Rau, uno degli autori e registi più amati e discussi del panorama contemporaneo, che in Medea’s Children rilegge un efferato caso di cronaca attraverso la lente della mitologia per riflettere sul ruolo dei bambini nella società e dare una voce a chi, per troppo tempo, siamo stati abituati a considerare un soggetto inesorabilmente passivo.
La musica è ancora protagonista al Teatro Filodrammatici mercoledì 5 marzo con una collaborazione transculturale che coinvolge il trombettista, suonatore di santur, vocalista e compositore Amir ElSaffarsi e il performer e compositore di elettronica Lorenzo Bianchi-Hoesch: Inner Spaces è un progetto modulare che combina elementi strutturali predeterminati con sezioni liberamente improvvisate e combina jazz, musica classica contemporanea, maqam e altri contesti musicali.
Venerdì 7 e sabato 8 marzo un importante ritorno a FOG, dopo il successo di EXTRA LIFE nel 2023, per Gisèle Vienne, autrice e regista di culto del teatro internazionale, con una prima nazionale che rivisita appositamente per gli spazi di Triennale uno dei suoi lavori di maggior successo, Crowd: una performance interpretata da due degli attori feticcio della Vienne, Sophie Demeyer e Theo Livesey, e agisce come una sorta di negativo, condividendo l'esperienza di due personaggi segnati da una comune mancanza e da un bisogno vitale di folla.
Altro prestigiosa presenza, che si rinnova in questa ottava edizione del festival, è senz’altro quella del giapponese Saburo Teshigawara, Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia nel 2022 e tra le figure centrali della recente storia della danza, che presenterà in prima italiana sabato 8 e domenica 9 marzo a Triennale Milano Teatro il suo ultimo lavoro Waltz, costruito in tandem con la sua storica collaboratrice e partner Rihoko Sato a partire da un repertorio di composizioni, provenienti da paesi e epoche diverse, accomunate dagli stilemi tipici del valzer.
Tra gli artisti più amati dal pubblico di Triennale Milano Teatro, il coreografo statunitense Trajal Harrell, Leone d’Argento 2024 per la Danza a Venezia, ritorna martedì 11 e mercoledì 12 marzo a FOG con il suo Sister or he buried the body, un’opera che combina il vogueing con idee formali e gestuali che derivano dalla danza Butō, intrecciando i legami tra due culture apparentemente distanti e dando vita a un viaggio nella storia della danza contemporanea che fa del corpo il centro della memoria collettiva.
Negli stessi giorni, la Sala artisti di Triennale aprirà per la prima volta le porte al pubblico per ospitare la pièce Our Son di Patrik Lazić, tra le figure più interessanti della nuova generazione di autori e registi dell’area balcanica, che affronta con profondità e poesia il tema dell’omosessualità e dell’identità e i pregiudizi che pervadono il nostro vivere quotidiano (prima italiana).
Doppio appuntamento anche sabato 15 e domenica 16 marzo in Triennale con Perle sparse – Perles fanné par tous, installazione performativa dell’artista visivo Vashish Soobahè (nato in Italia da genitori mauriziani, è il secondo artista selezionato dalla rete FONDO), che affronta il tema del viaggio, della diaspora e del ritorno, e la prima assoluta di Hands made, originale performance partecipativa dell’artista turca Begüm Erciyas che attraverso lo studio delle mani indaga le trasformazioni del nostro rapporto con il tatto nel corso della storia – dal lavoro manuale al digitale, dal passato fino al futuro – per riscoprirne il senso.
Sempre domenica 16 marzo, in serata, il Teatro Filodrammatici ospita infine in prima italiana il nuovo progetto della straordinaria compositrice e musicista americana Caroline Shaw, vincitrice del premio Pulitzer e di numerosi Grammy Award, e della polistrumentista e cantautrice Danni Lee: Ringdown è un concerto intenso e sorprendente, in cui attraverso la musica vengono esplorati i territori tra generi diversi, tra Brahms e Brandi Carlile, sfidandone confini e linguaggi.
Si ritorna a Triennale Milano Teatro mercoledì 19 e giovedì 20 marzo per una prima italiana firmata dalla coreografa capoverdiana Marlene Monteiro Freitas, Leone d’Argento alla Biennale di Venezia nel 2018, insieme alla superstar mondiale del flamenco Israel Galvàn: progetto commissionato dal Théâtre de la Ville e dal Festival d'Automne di Parigi, RI TE è un duetto esplosivo che lavora sull’improvvisazione per tessere una grammatica di passi coreografici, gesti scattanti e interruzioni improvvise, mescolando sfida, ironia e seduzione.
La danza è ancora grande protagonista sabato 22 e domenica 23 marzo a Triennale Milano Teatro con Sahara, ultimo lavoro firmato da Claudia Castellucci, fondatrice insieme al fratello Romeo e a Chiara Guidi della Societas Raffaello Sanzio nel 1981, con la sua Compagnia Mòra: uno spettacolo che riduce il teatro al grado zero, nel quale la danza mira a una semplicità estrema per esplorare la condizione iniziale dell’artista, che ha come unico strumento soltanto se stesso.
La progettualità di FOG si spinge anche quest’anno, negli stessi giorni, oltre i confini della mappa urbana di Milano per presentare negli spazi del Padiglione Chiaravalle, in collaborazione con Terzo Paesaggio, la prima assoluta di Fare Polvere, performance realizzata dalla coreografa svizzera Yasmine Hugonnet e dall’artista sonoro Enrico Malatesta che mette in discussione la distinzione tra danza e musica, suono e corpo, per attingere alle possibilità creative che possono nascere dell'ascolto reciproco.
Mercoledì 26 marzo il Teatro Out Off di Via Mac Mahon, che rinnova la collaborazione con FOG nel 2025, ospita il debutto milanese di Eat me di Giorgia Lolli, originale riflessione sulla rappresentazione dei corpi femminili nelle arti visive e sul consumo delle immagini che si è aggiudicata, insieme a Sophie Claire Annen e Sebastian Kurtén, il premio DNAppunti Coreografici 2023, di cui Triennale Milano Teatro è partner.
Sabato 29 e domenica 30 marzo la programmazione del festival si sdoppia: al Teatro Out Off l’appuntamento da non perdere è con una prima assoluta che segna l’incontro tra Raffaella Giordano,, fondatrice di Sosta Palmizi e figura chiave della danza europea negli ultimi trent’anni, e Stefania Tansini, tra le più interessanti protagoniste della nuova scena italiana: per l’occasione, la Giordano affida alla giovane coreografa e autrice il compito re-interpretare dopo vent’anni uno tra suoi assoli più misteriosi e inafferrabili, Tu non mi perderai mai, ispirato dal testo ebraico del Cantico dei Cantici.
Ancora danza a Triennale Milano Teatro, nelle stesse date, con la prima italiana di HATCHED ENSEMBLE della coreografa sudafricana Mamela Nyamza, tra le figure più interessanti della scena mondiale: ibridando la musica classica occidentale con le partiture vocali tipiche del suo paese, l’artista – nota per aver demistificato la storia della danza, decostruendone norme e standard – invita i dieci protagonisti ad accostare il vocabolario del movimento delle loro diverse culture, raccontando storie profondamente personali che sfidano le norme razziali e di genere con sorprendente leggerezza e gioia.
APRILE
Il mese di aprile si apre a Triennale Milano Teatro con lo straordinario Dance is not for us del libanese Omar Rajeh, artista di spicco della scena contemporanea del mondo arabo, che si è fatto conoscere nei principali teatri e festival internazionali per la sua straordinaria presenza fisica e per un approccio coreografico dalla valenza fortemente politica. Nel suo lavoro, in scena martedì 1 e mercoledì 2 aprile, Rajeh conduce personalmente lo spettatore nel suo universo autobiografico, facendo della danza un autentico atto di speranza e di libertà, capace di riallacciare legami e ritrovare significati perduti.
Presenza imprescindibile del cartellone di FOG, Ariella Vidach, direttrice artistica della compagnia AiEP, porta avanti per l’ottavo anno consecutivo sabato 12 e domenica 13 aprile il suo progetto Improvvisazioni itineranti in Parco Sempione, pensato appositamente per lo spazio pubblico, lavorando con giovani coreografi e coreografe, danzatrici e danzatori alla ricerca di una nuova relazione tra corpo e natura e interagendo con la quotidianità dell’habitat metropolitano attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie (prima assoluta).
L’ottava edizione di FOG si chiude martedì 15 aprile con il concerto della cantante, compositrice e produttrice pakistana Arooj Aftab, vincitrice del Grammy Award 2022 nella categoria Best Global Music Performance e protagonista dei più importanti festival internazionali (Coachella, Glastonbury, Primavera Sound Barcelona), con il suo mix inconfondibile di minimalismo classico e new age, poesia devozionale Sufi, trance elettronica e jazz.
FOG 2025 affianca come sempre a spettacoli, performance e concerti un public program che permette di entrare in contatto diretto con i protagonisti del festival e di approfondire i loro percorsi artistici. Una serie di incontri, laboratori e masterclass gratuiti e aperti a tutti in cui teatro, danza e musica dialogano con altre discipline della cultura contemporanea. Tra gli appuntamenti, mercoledi 5 marzo l’incontro pubblico con Saburo Teshigawara, domenica 9 marzo, il dialogo tra Romeo Castellucci e Gisele Vienne e nel mese di marzo, un workshop con Mario Banushi, regista albanese residente all’Onassis Foundation, divenuto in pochi anni uno dei nomi di rilievo della nuova scena internazionale.
Da gennaio sul sito triennale.org tutti i dettagli sugli altri appuntamenti in programma.