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Marcello Magni, un addio tra la domanda di Mejerchol'd e le sedie di Ionesco

 Il 18 settembre scorso ci ha prematuramente lasciato, pochi mesi dopo la morte di Peter Brook, uno degli attori italiani più noti nel mondo europeo e più amati anche dal grande maestro del teatro povero, l’italiano Marcello Magni, nato a Bergamo il 27 giugno del 1959.

Quanto lo piangano e rimpiangano per esempio a Londra, lo testimonia anche solo il ‘coccodrillo’ firmato dal prestigioso critico Michael Coveney: ‘si era formato a Parigi alla scuola di Jacques Lecoq, e le tecniche acquisite dal maestro di mimo, maschere e teatro fisico, hanno influenzato tutto il lavoro quarantennale della compagnia Complicité, fondata da Magni con Annabel Arden, Simon McBurney e Jozef Houben. Era già mezzo passo avanti a loro: originario di Bergamo, città natale del primo Arlecchino della metà del XVI secolo, Magni aveva l’abilità innata, la grazia e lo spirito emotivo delle gag improvvisate acrobatiche e linguistiche - i lazzi - nella commedia dell'arte, come mostrò bene fin da uno dei primi spettacoli, ‘Arlecchino’, al Battersea Arts Centre, a sud-ovest di Londra. Possedeva inoltre, la ferma gravità e l'eccentricità di Harpo Marx, e in effetti di Woody Allen…’. 

 Nel nostro piccolo ricordiamo, in un ‘Fragments’ di Brook da Samuel Beckett, le sue doti impareggiabili di bravura unite a semplicità - e sia detto tutto con le minuscole per rispetto al suo così efficace understatement -, in scena ormai quasi sempre accanto alla moglie Kathryn Hunter, superba erede della migliore tradizione teatrale inglese. La loro ultima apparizione insieme sul palco risale al febbraio del 2022, come Old Man and Old Woman in ‘The Chairs’ di Ionesco al teatro Almeida di Londra: quando si dice il caso, Magni animava con particolare efficacia l’ostinazione di un vecchio attore che non vuole assolutamente più recitare.

Va ricordata anche l’ultima grande interpretazione di Magni (con signora Kathryn) in uno degli impegnativi lavori quasi meta-teatrali di Brook ormai più che novantacinquenne, per ‘Why?’, uno spettacolo sul senso del teatro, scritto con Marie-Hélène Estienne. ‘Why?’ muoveva dalla drammatica vicenda di Vsevolod Mejerchol’d, il maestro russo rivoluzionario perseguitato e ucciso da Stalin. E va proprio sottolineato, casomai qualcuno avesse dei dubbi, legati magari alla fama popolare di Magni come voce del pinguino Pingu ('Mr.Magni, a marvelous clown', ha scritto il New York Times) che i lavori con Brook di per sé raccontano la completezza, anche nella cifra drammatica, delle sue doti di recitazione.

Purtroppo, con il vuoto che si è aperto per la pandemia, ‘Why’ ha avuto la possibilità di pochissime rappresentazioni. Una sorta di dedica che segnava lo spettacolo, dalla lettera testamento di Mejerchol’d, recitava: ‘Dio ha fatto il teatro, che è stata insieme una gioia e, a quanto pare, un errore’. Peccato che abbia anche così sbagliato i conti, con Marcello Magni e la cerimonia degli addii del 2022.

 

 Nella foto, da sinistra Marcello Magni, Kathryn Hunter e Hayley Carmichael, in ‘Why?’ al Teatro Cucinelli di Solomeo

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