" /> Lassù tra le montagne si balla all'insegna della natura: Bolzano Danza fa 40 con un programma festoso e superlativo

Guarda un po' chi sale in plancia su questa shakespeariana nave del 'fool': è solo per un atelier o possiamo sognare dell'altro?

 Si può giusto sognare a occhi aperti, sbirciando una presentazione ben scritta e immaginando che possa un giorno tradursi in uno spettacolo per il pubblico.

Del resto, purtroppo, agli atelier teatrali i dramaholici non possono accedere: sono riservati a pochi fortunati addetti ai lavori, e saranno appena 14 - oltretutto ‘attori/attrici diplomati o con solida formazione attoriale, competenze nel canto e forte attitudine al movimento’ - quelli selezionati per il prossimo atto del progetto triennale ’Sulla maestria’ ideato da Alessandro Serra e organizzato dalla Compagnia Teatropersona nell’ambito di Trevinano Ri-wind, che si terrà dal 20 al 30 agosto 2025 ad Acquapendente (VT) presso l’Anfiteatro Cordeschi. 

 Con Serra, oltre al compositore e direttore Bruno De Franceschi, che ha condiviso la stesura dell’ultimo ’Tragùdia’, sarà al lavoro come docente anche l’attore Enrico Bonavera, sì, lo straordinario ultimo storico Arlecchino del Piccolo Teatro. Ne sortirà qualcosa di nuovo e particolare che correremo a vedere nei teatri? Intanto ci si può godere la presentazione da teatropersona.it...

La citazione

Vestitemi da Arlecchino
E datemi il permesso di dire ciò che penso
E io vi purgherò da capo a piedi
Il corpo lurido di questo mondo infetto
Purché tutti pazientemente mandino giù la mia medicina

di William Shakespeare

 L’atelier si propone di analizzare la figura del fool nelle opere di William Shakespeare.

Quando il giullare mise piede in teatro venne subito iscritto nel registro del dramatis personae ma a differenza dei personaggi, gli fu concessa la facoltà di entrare e uscire a piacimento dalla pièce.

Il fool è senza ruolo. È attore, non personaggio. 

Un attore che fa il matto e in quanto matto può dire ciò che vuole.

Conosce ciò che i personaggi ignorano, perciò per statuto ha il potere di commentare.

S’intrufola nella trama, trascende il reale e si pone, solitario, su un piano immaginario in dialogo con gli spettatori. 

Ha la stessa funzione del coro nella tragedia greca: 

come il coro, il fool è un ente esterno al dramma che partecipa alla trama.

Nella tragedia il coro riflette sui conflitti tra le azioni ed esprime la verità collettiva.

Entrambi svolgono la stessa funzione purificatrice (purgativa direbbe Shakespeare): dire la verità!

Quella della città nel caso del coro, quella universale nel caso di Shakespeare.

Per farlo adottano la stessa tecnica: destrutturano la lingua.

Il coro grazie alla complessità della metrica e alla trasfigurazione della parola in canto.

Non diversamente il fool il quale, secondo Shakespeare, è un corruttore di parole e canzoni (corrupter of wordscorrupter of songs).

Qui risiede la sua funzione sciamanica: sabotare il linguaggio per esporre verità inaccessibili. 

Il matto storpia la parola, reinventa la lingua tramite capriole e capitomboli lessicali, indovinelli, giochi di parole, doppi sensi, suoni all’apparenza insignificanti.

Una lingua sapientemente grossolana che si esprime per proverbi e metafore sconce ma sagaci che travolgono l’animo umano. 

Il suo è un parlare in musica.

La parola si spezza, va in frantumi e nel rimettere insieme i cocci il fool crea un mantra bislacco che si fa suono. Con ritmo che stordisce e inebria i sensi di chi ascolta.

Il fool mette a nudo la lingua e nel farlo mette a nudo il re. 

Sono l’uno lo specchio dell’altro.

In cambio della sua sudditanza, il fool riceve la divisa da matto che, nella sua sfarzosità, implica un dono assai prezioso: la libertà di parola.

In virtù di questa investitura egli può colpire chiunque. Perché da chiunque è immune. 

Può ironizzare, parodiare, deridere qualsiasi cortigiano, persino il re. 

Così facendo purga a fondo il mondo infetto.

Può dire la verità proprio in virtù del suo essere l’ultimo tra gli ultimi. 

Ma a volte il matto esagera e il re, per non sfigurare presso i suoi cortigiani, lo condanna a morte. 

Ma gli concede un unico desiderio: puoi scegliere come morire. 

Il giullare risponde: di vecchiaia

Ed è salvo.

Quanto vale il matto nel gioco delle carte?

Zero. 

Il più pericoloso fra i numeri. 

Quando qualcuno si avvicina a uno zero, chiunque sia, anche il numero uno,

diventa zero.

Da 'Tragudia' (foto di scena di Alessandro Serra)

 

ENRICO BONAVERA

È l’Arlecchino del Piccolo Teatro di Milano.

Allievo “di bottega” di Ferruccio Soleri, con alle spalle una formazione nell’ambito del teatro di ricerca – ha collaborato con l’Odin Teatret di Eugenio Barba – svolge da ormai tre decenni la sua attività di attore di prosa e insegnante di teatro. Oltre al Piccolo Teatro di Milano – con cui è stato dal 1987 al 1990 e successivamente dal 2000 ad oggi interpretando i ruoli di Brighella ed Arlecchino nel “mitico” Arlecchino servitore di due padroni, e con il quale ha praticamente girato tutto il mondo.

Ha lavorato con Teatri Stabili, Compagnie private e Cooperative, tra cui il Teatro Stabile del Veneto, il Teatro di Genova, il Teatro Carcano di Milano, il Teatro della Tosse e il Teatro dell’Archivolto di Genova, il TAG Teatro di Venezia e La Piccionaia – I Carrara di Vicenza. Come attore di prosa, è stato diretto da Strehler, Lassalle, Scaparro, Sciaccaluga, Amelio, Battistoni, Soleri, Bosetti, Conte, Gallione, Crivelli, Kerbrat, Calder, Emiliani, Friedel, Hertnagl, Maifredi, Boso, Damasco, Zecca, Bongiovanni.Come regista ha diretto allestimenti per La Piccionaia di Vicenza, lo Studium Actoris di Fredrikstad (No), il Tang Shu wing Theatre Studio (Hong Kong), il Teatro Excelsior di Bucarest.

Parallelamente svolge attività di one man show: dal 2000 presenta in tutta Italia e all’estero ‘I Segreti di Arlecchino’. una originale performance sui personaggi e le biografie degli attori della Commedia dell’Arte. Dal 2013 ha realizzato, in collaborazione con C. Zecca, L’Affaire Picpus da Il Naso di Gogol, rappresentato in Italia e in Brasile, ‘Osei Budei fradei’ e ‘Alichin di Malebolge’ in collaborazione con il Festival Ravenna/Dante 2021.

Come insegnante, collabora dal 1991 con la Scuola di Recitazione del Teatro di Genova; con Prima del Teatro – Scuola Europea di S. Miniato di Pisa; con i Corsi estivi del Centro maschere di Abano Terme, diretto da D. Sartori, con l’Accademia Internazionale di Commedia dell’Arte del Piccolo Teatro di Milano diretta da Ferruccio Soleri, con cui è stato a Mosca e a Shanghai.

Dal 2004 è docente al DAMS di Imperia del corso di Drammaturgia dell’attore. Ha tenuto Corsi per il Teatro all’Avogaria di Venezia, per il Teatro Stabile del Veneto, per il Teatro Ateneo dell’Università La Sapienza di Roma, per l’ENSATT di Lione, per lo Studium Actoris di Fredrikstat (Norvegia), all’Università di Rio de Janeiro, al Centro Int. di Teatro di Figura “Odradek” in collaborazione con l’Università di Toulouse, l’ISTA diretta da Eugenio Barba, all’HKPA di Hong Kong, per il Grupo Moitarà di Rio e Janeiro, La Escola de Teatro di Sao Paulo in Brasile, l’Accademia Nazionale di Tirana, il Lyceum di Epidauro, il Teatro Excelsior di Bucarest.

Nel 1996 è stato premiato al Festival di Borgio Verezzi, come miglior attore non protagonista per la sua interpretazione di Arlecchino ne I due gemelli veneziani di Goldoni, regia di G. Emiliani. Nel 2007, al Festival “Mantova Capitale Europea dello spettacolo”, è stato insignito del prestigioso “Arlecchino d’oro”.

 

BRUNO DE FRANCESCHI

Composer and conductor. Expert in methods of listening.

Nasce a Milano. Studia Composizione Tradizionale perfezionandosi in seguito a Friburgo, Parigi, Darmstadt. Si laurea presso il DAMS di Bologna. Da subito ha privilegiato il rapporto tra musica e teatro, dalla composizione di musiche di scena per la prosa, l’opera. Ha svolto attività didattica presso la Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino, quella del Piccolo Teatro di Milano, dell’ERT Emilia

Romagna Teatri e presso corsi di formazione professionale e di alta formazione dell’UE, con progetti sul rapporto suono/voce movimento, musica e teatro.

Ha scritto le musiche per oltre 130 pieces teatrali, danza, opere musicali e da camera, film.

Dopo l’incontro con K.Berberian, T.Kantor, Tran Quang Hi, dal 1985 sviluppa una ricerca sull’uso della voce e dell’ascolto attraverso le arti marziali ed il linguaggio usato dai sordomuti, il canto armonico e l’uso “teatrale” della parola cantata. Nel 1995 fonda e dirige “Tacitevoci Ensemble”, quasi un collettivo di ricerca ed esecuzione vocale.

Ha lavorato tra gli altri, con M. Castri, T. Kantor, E. De Capitani, C. Pezzoli, G. Solari, M. Navone, T. Therzopoulos, V. Malosti, G. Alvarez, A. Serra (teatro), Raffaella Giordano, Giorgio Rossi, Caterina Sagna, Simone Sandroni, Roberto Castello, Amina Amici, Claudia Catarzi (danza), Ale Guzzetti e Marco Bagnoli (arti visive) e con i poeti Giancarlo Majorino, Angelo Lumelli e Antonio Porta.

 

ALESSANDRO SERRA

Regista e autore teatrale, scenografo, light designer, costumista e fotografo.

Si laurea con lode in Arti e Scienze dello Spettacolo all’Università la Sapienza di Roma con una tesi sulla drammaturgia dell’immagine.

Si forma come attore a partire dallo studio delle azioni fisiche e dei canti vibratori nel solco della tradizione di Grotowski per poi arrivare alle leggi oggettive del movimento di scena trascritte da Mejercho’ld e Decroux. Integra la sua formazione teatrale con studio delle arti marziali che pratica sin da giovanissimo. 

Fondamentale, negli ultimi anni di formazione, lo studio del metodo del Teatro Corporeo con Yves Lebreton.

Altrettanto cruciale per la sua formazione umana e spirituale l’incontro con Grazia Marchianò.

Nel 1999 fonda la Compagnia Teatropersona, con la quale mette in scena le proprie opere che scrive e dirige, curandone scene, luci, suoni e costumi. 

Il suo è un teatro popolare d’arte.

I suoi spettacoli sono stati presentati nei più prestigiosi festival internazionali tra cui il festival di Avignone in Francia, la Biennale di Venezia, il Festival Iberoamericano di Bogotà in Colombia, Le Olimpiadi del Teatro in Giappone e Ungheria. Oltre che in molti paesi europei e sudamericani, in Cina, in Corea del Sud, in Russia.

Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti in Italia e all’estero.

(da teatropersona.it)

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