" /> Lassù tra le montagne si balla all'insegna della natura: Bolzano Danza fa 40 con un programma festoso e superlativo

Non è un errore di stampa, il titolo 'Complimenti di relazione' per la presentazione della stagione 25/26 del Piccolo Teatro

Claudio Longhi con Lanfranco Li Cauli al Piccolo Studio Melato (foto di Masiar Pasquali)

  A voler pregiudicare il cartellone di una stagione teatrale sulla carta, si va per forza a simpatie e antipatie, e un po’ anche sulla base di quel che si è già visto. Le valutazioni più equilibrate si faranno ovviamente alla fine, proprio dopo l’ultimo spettacolo. Sempre che dalle accelerazioni finali non si esca così ammaliati, come è stato il caso quest’anno al Piccolo Teatro, che si dimentica il resto. 

 Non fossero bastati i nuovi Marthaler e FC Bergman, a chiusura di stagione sullo Studio Melato è piovuto dal cielo l’Asteroide di Marco D’Agostin, e la catastrofe lieve e meravigliosa di un teatro insolito, divertente e intelligente, fresco come si vorrebbe sempre vedere (l’ultima replica è la pomeridiana di domenica 8 giugno). 

 Per associazione di idee, e di nuovi artisti al Piccolo, della solenne presentazione relativa al 2025/26 tenutasi il 4 giugno al Teatro Grassi, bisogna spulciare subito nella lista. Di italiani entrano in scuderia, abbastanza a sorpresa, accanto a un nome stra-consolidato come Daria Deflorian (che a Milano vanta un notevole club di fans abituato a riunirsi per lei in Triennale Teatro), il giovane autore e comico Niccolò Fettarappa e le ragazze danzanti di Parini Secondo: bene, complimenti sinceri e in bocca al lupo.

 Breve parentesi, per un un’informazione di servizio che gli amici di fuori Milano troveranno utile per organizzarsi: dal 15 al 31 maggio del 2026 ci sarà l’atteso 3° festival Presente Indicativo, di cui non si è voluto dettagliare nulla, aldilà di una foto-notizia con l’immagine di ‘Rotkho’ di Łukasz Twarkowski a pagina 65 del catalogo.

 Si può aggirare facilmente l’embargo sul programma del festival passando sempre attraverso i nomi degli associati. Nella caccia grossa di quest’anno Claudio Longhi ha portato a casa qualche altro ‘big five’ dalla grande riserva del teatro europeo. In primis, proprio lo scintillante kolossal-maker Twarkowski, che dovrebbe tornare a Milano con il primo atto della trilogia sulla fisica quantistica, ispirata dalla lettura di ‘Quando abbiamo smesso di capire il mondo’ di Benjamín Labatut.

Entra in via Rovello a Milano anche Tiago Rodrigues, affermato regista portoghese e fino a quest’anno direttore del Festival d’Avignone: a spanne, potrebbe arrivare a Presente indicativo con il nuovo ‘No Yogurt for the Dead’ che ora va in scena a Wiener Festwochen, un lavoro dove mescola al solito personale e politico partendo dalla storia di suo padre.

 Infine, ma certo non per ultima, ecco comparire tra gli associati il nome di una regina del teatro-danza, Anne Teresa De Keersmaeker, e sicuramente Longhi vorrà spenderla subito al festival, difficile indovinare con chissà quale dei tanti gioielli di Rosas. Al Théâtre de la Ville di Parigi, per esempio, hanno appena rilanciato il suo nuovo ‘Brel’ con Solal Mariott; per autunno s’annunciano a Biennale Lyon ’Nuits trasfigurerees’ con il Ballet de l’Opera, nuova ripresa di ‘Verklärte Nacht’ da Schönberg, e a RomaEuropa Anne farà ‘A little bit of the moon’ con Rabih Mroué. E sono ancora in tournée sia ‘Il Cimento dell’Armonia e dell’Inventione’, passato a Milano per FOG, sia il meraviglioso ‘Exit above - After the Tempest’ del ’23…

 Tornando ancora tra gli associati del Piccolo, sono rimasti sia FC Bergman, del cui prossimo ‘Guernica Guernica’ si è parlato nei giorni scorsi, sia l’incantevole Carolina Guiela Nguyen che, stando ai programmi del suo TNS di Strasbourg, dopo il successo di ‘Lacrima’ dovrebbe portare in tournée un’altra storia tutta da piangere, ‘Valentina’, racconto di una bambina romena alle prese con il problema di tradurre alla madre che non parla francese la lettera di un medico che le annuncia una malattia grave.

 Breve accenno ai caduti sul campo della legione straniera di Longhi, ovvero a Pascal Rambert sospeso al seguito di ‘Prima’, ovvero un ‘Durante’ che non avrà mai un ‘Dopo’, e alla nostra Leonessa Christiane Jatahy, scomparsa dai radar degli appassionati di Milano ormai da un biennio.

Parini Secondo, collettivo di danza romagnolo fondato nel 2017: entra negli associati al Piccolo (foto di Pier Paolo Zimmermann)

 Sgombrato il campo dal possibile ‘Presente indicativo’ di cui Longhi non ha voluto nemmeno parlare, bisogna andare al sodo: la nuova stagione del Piccolo Teatro che s'intitola ‘Complemento di relazione’, sulla carta sembra tanto ben infiorettata di nomi sicuri da botteghino e di titoli facili per il solito pubblico borghese milanese, di riprese e di repliche di sicuro incasso, che a spanne si direbbe il frutto di quel ‘Complemento di direzione’ all’artistico Professore che è stata la scelta di un manager marketing-oriented come Lanfranco Li Cauli.

 Poi, ogni appassionato di emozioni artistiche, anche molto esigente, e amante del nuovo, trova pur sempre quei 5 o 6 appuntamenti degni di nota, inediti s’intende, e non già visti. Se si va invece sulle prime milanesi vere e proprie, per carità!, abbondano le pregevoli scelte, come la coraggiosa programmazione allo Studio Melato di 6 repliche di ‘A place of safety’ di Kepler 452.

La struggente denuncia dei drammi dei migranti nel Mediteranneo, vista dalla parte dei soccorritori, deve essere passata indenne sotto la lente d’osservazione dei consiglieri d’amministrazione ‘sovranisti’, forse abilmente distratti per via del titolo inglese, o per un tardivo miracolo di riflesso di San Francesco che riporta in scena pure Simone Cristicchi.

 Ora che un grande vecchio come Eugenio Barba ci ha ricordato da Venezia che sono i gradi di originalità e di ‘contudenza’ degli spettacoli a porre in risalto le qualità artistiche, nel vasto programma di ‘Complemento di relazione’ ciascuno troverà ciò che maggiormente tocca le corde della sua sensibilità.

Magari il lettore fedele de ‘la Repubblica’ applaudirà convinto che sia bello provocatorio anche il ‘Donald’ anti-Trump di Stefano Massini. Chi ama il nuovo al confine con il Terzo Teatro apprezzerà invece la versione di 'Lisistrata' di Aristofane, con 80 ragazzi in scena, presi sotto il Vesuvio da Marco Martinelli.

 Alzando lo sguardo verso il cult-snob, ecco che Fanny&Alexander riprovano con Federica Fracassi a sperimentarsi in un’altra trasposizione da Agota Kristof , 'L’analfabeta': benissimo, non sarà certo uno spettacolo banale. Da seguire ovviamente, sempre sul versante qualità/innovazione, anche le nuove prove di Fabiana Iacozzili o di Tolja Djokovic, piuttosto che i lavori da regista di attori come Roberto Latini o Tindaro Granata.

E che cosa si potrà mai dire sempre cercando i vari bollini rossi ‘Nuova Produzione Internazionale’ sul catalogo?

 Il primo va sotto la firma magistrale di Emma Dante per un provocatorio ‘L’angelo del focolare’ sul femminicidio. Segue un sofisticato ‘Per sempre’ che parla dell’amore tra Giovanni Testori e Alain Toubas ed è ‘di e con’ Alessandro Bandini, personaggio ancora non così noto che al Piccolo si può considerare giovane e nuovo, anche per via dei contributi insoliti, per esempio di Alessandro Sciarroni.

 E non è certo disdicevole neppure mettere in cartellone per tanti giorni titoli di richiamo già pronti all’inevitabile messe di applausi e premi, come i nuovi spettacoli de-costruzionisti stile La casa d’argilla o la trasposizione teatrale di Miracolo a Milano’ di De Sica-Zavattini in cui s’impegnerà lo stesso Longhi con Lino Guanciale, attore-divo e nuovo associato, che il Direttore Professore aveva già fatto assurgere al rango mediatico di ‘nuovo Volontè’ con il remake de ‘La classe operaia va in paradiso’ nel 2018.

 Grandi nomi arrivano anche dalle pianificazioni incrociate di rito con gli altri teatri nazionali, per la gioia del pubblico tradizionale di casa non mancano i Lombardi-Tiezzi, Popolizio e Orsini. E’ persino l’anno alternato di Antonio Latella II, ovvero la versione pop da incasso garantito del combattente di ‘Zorro’, con ‘Riccardo III’ in salsa di malvagio da ‘Romanzo criminale’, Vinicio Marchioni.

Niente di male e nessuno dirà niente, se non per elogiare, come si è visto già alla presentazione: basta cambiar due sillabe, ed è subito ‘Complimenti di relazione’.

 Pregevole, all'evento di lancio, che Longhi si sia sforzato di non esagerare coi paroloni, per quanto sia scivolato subito su di un ‘consustanzionale’ da record, riferimento degno delle dispute sulla Trinità o di Lutero vs Roma.

Ha parlato per la prima volta anche il nuovo diarca Li Cauli, con semplicità e poca retorica, giusto con qualche (freudiano?) ‘appunto’ avverbiale di troppo. Si vede bene nel programma il tocco, certo discreto e complice, dell’uomo con il vestito di grisaglia che dal marketing del Teatro alla Scala - e con lo stile connesso, tanto beneducato - è tornato a tener di conto al Piccolo Teatro. 

 Li Cauli ha anche voluto spiegare che è tempo di ampliare il pubblico del teatro guardando anche a quel 20 per cento di ‘milanesi internazionali’ che si sono trasferiti sotto la Madonnina, manager e studenti d’èlite per primi, piuttosto che proprio alle frotte di turisti: perciò tutte le rappresentazioni di casa avranno serate con i sottotitoli in inglese. 

 Bisognerebbe parlare poi delle tantissime attività collaterali al cartellone e legate al ruolo istituzionale del Piccolo, ma a distrarre il dramaholico è stato l’attacco allergico appena intravista la voce ‘Ricordando’ del vasto programma, alla quarta pagina del dettagliatissimo comunicato stampa.

 Riporta tante righe di nomi di ieri, monumentali o meno, quasi alla ‘Salotto di Nonna Speranza’ di Guido Gozzano (‘Loreto impagliato e il busto di Alfieri, di Napoleone…’). Sono elencati più di una decina anniversari (dai 120 anni dalla nascita di Samuel Beckett ai 40 anni dall’inaugurazione del Teatro Studio) per i quali il Piccolo si è già premurato di organizzare le prossime auto-celebrazioni.

 In soprannumero Longhi ha voluto chiudere la sua presentazione garantendo che proseguiranno nel 2025 i festeggiamenti e le rievocazioni di Luca Ronconi, ben oltre la ‘Prospettiva Ronconi’ di questo ’24 e la dedicazione di un Triennio Ronconi nella Scuola Ronconi. Sottolineando pure che si sente particolarmente legato alla novità che presenterà il ‘suo’ Davide Carnevali - la prima produzione italiana del testo sull’Alzheimer ‘Variazioni sul modello di Kraepelin’, datato 2008 - perché avrebbe voluto allestirlo a teatro lo stesso Ronconi.

 Un ‘incumbent’ auto-celebrativo tira l’altro. E ci sarebbe pure la notizia già annunciata, della solenne preparazione degli 80 anni del Piccolo per il 2027: aiuto! 

La nostalgia gioca brutti scherzi, alla quarta età soprattutto: ci sarà pure qualche spettatrice storica che entra al Piccolo in largo Greppi fissando quel busto di Giorgio Strehler con la malinconia che provava Gozzano a rivedere il ritratto della vecchia amica della nonna, la ‘sola che - forse - potrei amare, amare d’amore’.  

Ma c'è pur sempre da tener presente il modello luminoso di una Liliana Segre che si presenta ad applaudire le prime più cult e innovative. Prima di evocare il solito 'Asteroide' e d'invocare quella sottile linea d'argilla che ci starebbe proprio giusta a segnare lo strato di distacco dal Cenozoico-teatrale del glorioso passato.

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