'Sta minga a rognà, appassionato milanese, se questa settimana ci sono troppi appuntamenti da non perdere
09.11.2024
Il sogno di una cosa / Germano meno meno
Si sottrae così bene a se stesso che sfugge persino agli applausi, Elio Germano, nel singolare omaggio al primo romanzo di Pasolini, ‘Il sogno di una cosa’, realizzato con il musicista Teho Teardo. Un numeroso pubblico borghese milanese attende soprattutto il personaggio Elio Germano, come un divo, dentro e intorno la piscina dei Bagni Misteriosi (l’appendice social-estiva che quella macchina da guerra di Andrée Ruth Shammah è riuscita a mettere accanto al Teatro Parenti). E invece lui entra quasi in punta di piedi, e - sorpresa! - più che il solito De Niro da ‘Taxi Driver’, stavolta, anche per via di barba e capelli e pantaloni e maglia scuri, sembra quello di ‘Mission’.
Sciocchi paragoni a parte, Germano sacrifica la più facile strada autoreferenziale per offrirsi a Pasolini mostrando l’entusiasmo ingenuo di chi ci crede; incespica persino un attimo nella lettura, proprio nei primi capoversi, e magari lo fa solo da attore consumato, per non sembrare perfettino; svela con scarno linguaggio teatrale quel non so che di acerbo del testo. Poi, sempre da seduto, suona la fisarmonica, una campana, delle nacchere, ascolta anche lui le musiche di Teardo, gli effetti sonori, le voci di altri attori in diffusione, mentre con naturalezza mette in pausa e riprende la narrazione.
Il superbo e inquietante Germano cinematografico da premi, che abbiamo lasciato in ‘America Latina’ (un gran film, peraltro, non sufficientemente apprezzato), come anche il mattatore teatrale che abbiamo visto qualche anno fa, in sala proprio al Parenti, dar corpo allo sconclusionato Thom Pain, non sono facili da lasciare in soffitta perché ‘funzionano’. Ma quanto è prezioso, anche solo agli occhi di se stesso e di una parte consapevole del pubblico, questo ‘Germano meno meno’, un artista intellettualmente in grado di riproporre Dante piuttosto che di restituire il Pasolini degli anni Cinquanta, della civiltà contadina che sta per cedere il passo, delle utopie, dei sogni e delle inquietudini.
P.S.: Da sabato 9 luglio 2022 al Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa, nella casa Pasolini-Colussi, si può vedere la mostra 'Casarsa negli anni di Pasolini. La Terra di Rùstic Amour e le memorie fotografiche di una comunità (1930-50)'.