" /> Lassù tra le montagne si balla all'insegna della natura: Bolzano Danza fa 40 con un programma festoso e superlativo

Chi l'avrebbe mai detto che esistono i giovani e possono fare qualcosa di nuovo!?! Negli Arcipelaghi di Reggio Parma sì

Tre degli autori romeni de 'Il sole s'era levato al suo colmo' durante le prove al Valli di Reggio Emilia

 Avvezzi a certi toni della nomenclatura culturale milanese, ferma al brumoso mondo che fu, come si fa a non provare grande simpatia per l'affabilità della compagine parmigiano-reggiana in trasferta nel Chiostro Vinchi del Piccolo Teatro per presentare il cartellone di Arcipelaghi 2025?

Sono esattamente quel che dovrebbero essere - molto competenti e altrettanto aperti, ma prima di tutto tanto tanto appassionati - persino i direttori delle varie istituzioni emiliane coinvolte in questa notevole iniziativa comune: Paolo Cantù - che pure è ‘lumbard’ d’origine - de I Teatri Reggio Emilia; Paola Donati - una donna, caso quasi unico in Italia! - del Teatro Due di Parma; Luciano Messi, sovrintendente dello splendido Teatro Regio di Parma.

Per non dire della proverbiale simpatia dello stesso Presidente del Reggio Parma Festival, un esperto manager di formazione musicale, studioso di Rossini e di Verdi, che si è scoperto anche romanziere, Luigi Ferrari.

 Da queste parti mediopadane, per dirla con il linguaggio dell'Alta Velocità che ha poi riattizzato le storiche rivalità, solo a teatro gli orgogli cittadini si annacquano in collaborazione.

Si tengono ben tre rassegne alquanto di rilievo, e pure di profilo internazionale, come il Festival Verdi che richiama frotte di melomani, il Festival Aperto di Reggio che ha un occhio di riguardo al meglio del perfomativo europeo, e il Teatro Festival a Parma, forte anche di spazi d’approfondimento unici come Le giornate d’autore. Eventi che sono seguiti passo dopo passo dalla stampa e dagli appassionati.

 Negli ultimi anni, i teatri di Reggio Parma Festival hanno esplorato nuove forme di collaborazione: sono nati così progetti forti e sperimentali, come ‘Il Bestiario della Terra’ di Yuval Avital nel 2022, piuttosto che un denso programma nel 2023, che ha avuto al centro la figura e l’opera della grande coreografa francese Maguy Marin. Il 2024, invece, ha visto nascere Arcipelaghi, percorso multiforme che guarda molto al futuro e alle prossime generazioni.

'Grosse fugue' di Maguy Marin nella versione di MM Contemporary Dance (foto di Tiziano Ghidorsi)

 La trasferta dei direttori e del presidente di Reggio Parma Festival sul terreno neutro milanese dei primi di maggio serviva a mettere in luce proprio Gradus. Passaggi per il nuovo, esemplare iniziativa di servizio pubblico ‘rivolta alle nuove generazioni di artisti e al loro lavoro di creazione, con lo scopo di favorire e stimolare un passaggio/scambio intergenerazionale di saperi che sia di impulso alla consapevolezza creativa delle nuove leve dello spettacolo dal vivo’.

 Dopo un’accurata selezione i responsabili di questa istituzione plurale emiliana hanno scelto alcuni artisti che hanno avuto la possibilità di accedere, prima di tutto, a varie occasioni di formazione, con tanto di incontri ristretti con maestri d’eccellenza, come 'guru' Romeo Castellucci, il compositore Francesco Filidei, il coreografo Marcos Morau, la scenografa Margherita Palli - per poi poter addirittura allestire un progetto originale che verrà prodotto e presentato con tutti i crismi.

E il bello è anche che non si tratta certo delle solite produzioni di poco conto che sono riservate agli emergenti e nemmeno di banali proposte da teatro di plastica, ma di idee coraggiose e ambiziose, forse persino troppo. Eccole.

1. ‘Ouverture’, proposta di un team composto dagli italiani Gaetano Palermo e Michele Petrosino con gli italo-argentini Giuliana Kiersz e Fernando Strasnoy, è definita ‘un’opera-performance a cappella per un doppio quintetto di cinque cantanti e cinque tapis roulant’.

La scheda recita: ‘collocandosi in uno spazio-tempo di soglia, l’opera indaga la tensione performativa che anticipa l’evento, dello spettacolo come della vita. Realtà e finzione convergono così nella voce dei cantanti-performer questionando gli orizzonti, le prospettive di fuga e gli sguardi che muovono la contemporaneità’. 

 Co-prodotto da I Teatri di Reggio Emilia con il Regio di Parma ‘Ouverture’ debutterà il 3 ottobre al Teatro Ariosto (Reggio Emilia) per poi essere presentato, il 5 ottobre, nientemeno che negli spazi storici del Teatro Farnese (Parma). 

 2. Sembra più classico, almeno dal titolo ispirato a un testo dei Racconti orientali di Marguerite Yourcenar, ‘L’ultimo amore del Principe Genji’, che sarà al Teatro Due di Parma che l’ha prodotto, dal 9 al 12 ottobre. 

In realtà si tratta di un progetto perfomativo creato da Marilena Katranidou come ‘cerimonia atipica sul ricordare e il dimenticare, un tentativo di mappare i paesaggi mentali del ricordo e di capire come il suono possa evocare memorie a lungo sepolte’.

La storia sarà narrata da un gruppo di artisti composto da musicisti, cantanti e danzatori: ‘un movimento teso all’esplorazione di alcune domande che dal Giappone mitico attraversano vari strati culturali ed estetici e arrivano fino alla sensibilità dello spettatore contemporaneo: come fa la memoria a scegliere cosa ricordare e cosa lasciar andare? In che modo il suono evoca ricordi che abbiamo mentalmente rimosso?’ 

 3. Ancora nuova musica contemponea con ’89 Seconds to Midnight’, un titolo che di per sé riporta all’urgenza della questione ecologica. Il progetto è di Maria Vincenza Cabizza, Lisa Capaccioli, Daisy Ransom Phillips e Francesca Sgariboldi e viene descritto come ‘un’opera in cui musica strumentale ed elettronica, voce, teatro e danza si intrecciano per interrogare e illuminare i suoi temi centrali: il cambiamento climatico e il trattamento che la società riserva ai suoi membri più deboli o vulnerabili.

Due questioni urgenti, e altamente controverse nel mondo di oggi, nelle quali si può individuare un elemento comune: la mancanza di cura e l’elusione della responsabilità. L’opera racconta un mondo in crisi: un paesaggio arido, senza acqua e senza speranza, consumato e svuotato dalla noncuranza degli uomini. In questo scenario una madre e suo figlio sono quasi giunti alla fine di un lungo viaggio’. 

 Questa è una produzione del Regio di Parma che debutterà al Teatro Farnese di Parma il 17 ottobre 2025 alle ore 21.00. 

4. Infine, ma certo non per ultimo, ‘Il sole s’era levato al suo colmo’, singolare progetto ideato da un collettivo artistico romeno composto da Mihai Codrea, Sanziana Dobrovicescu, Lars Tuchel, Ioana Nitulescu, Alexandra Budianu e Daniel Gavrila.

‘Liberamente ispirato a ‘Le Onde’ di Virginia Woolf, tra soliloqui, dialoghi ed episodi, fa prendere vita ai protagonisti del romanzo: Bernard, Susan, Rhoda, Neville, Jinny, Louis e l’enigmatica figura, nel testo solamente citata, di Percival. Lo spettacolo intreccia suono e immagini in una struttura immersiva e avvolgente, in cui musica e scenografia si compenetrano reciprocamente.

La grande scena - amplificata e funzionante come uno strumento musicale - circonda il pubblico, che si ritrova immerso in un’esperienza sensoriale totale. Il suono proviene da tutte le direzioni e angolazioni possibili, creando una fruizione dello spettacolo davvero unica e coinvolgente’. 

 Bella sfida prodotta da I Teatri/Festival Aperto, che verrà presentata il 9 novembre al Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia. 

Le singolari curve di livello cartografiche dell'illustrazione per il logo di Arcipelaghi 2025, firmato da Silvia Castagnoli (muttley.eu)

 Oltre alla realizzazione di questi progetti selezionati lo scorso anno, nell’ambito di Gradus Passaggi per il nuovo, ad arricchire il programma di Arcipelaghi 2025 verranno riprese altre esperienze già avviate: ci saranno la seconda edizione delle Giornate d’Autore a Parma, quest'anno con nuovi moderatore e un panel ancora in via di definizione, e una riflessione sulla nuova creatività musicale con il Convegno sull’opera contemporanea in Italia, con altri due titoli di nuova commissione: ‘My name is Floria’ di Virginia Guastalla e ‘Timon Études’ di Luca Francesconi che farà parte del nuovo Festival Verdi tutto dedicato alla relazione con il teatro di Shakespeare. Nella 'food valley' d'Italia, è proprio vero che il cibo abbonda, anche per la mente.

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