

Che cos'è il teatro, oggi, cos'è la Polis? Ah, saperlo. Ormai è comunque una delle forme più vive di linguaggio dell'impegno
05.05.2025
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Con un dibattito all’Auditorium Biagi di Salaborsa, a Bologna ha preso il via la settimana di appuntamenti 'Raccontare la catastrofe' ideata da Kepler-452. Le combinazioni del fato hanno voluto che - ben aldilà dell'occasione dei dieci anni di attività della compagnia teatrale e della presentazione di alcune repliche della conversazione-spettacolo 'Album', forse la miglior prova di Enrico Baraldi, Nicola Borghesi and Co. - in questa stessa settimana si registrasse un nuovo allarme legato a fenomeni di maltempo.
Si legge nella presentazione: 'Uno dei meccanismi più consolidati, di fronte a qualcosa di grande e terribile è quello della rimozione: fare finta di niente. Raccontarsi che nulla di grave sta succedendo e che tutto sommato le nostre vite continueranno più o meno nello stesso modo. A volte però la catastrofe viene a trovarci fin nelle nostre case, nei nostri posti di lavoro, là dove crediamo di essere al sicuro. A volte si presenta in forma di alluvione, altre di siccità, altre di una lettera di licenziamento in tronco, altre in forma di pandemia e lockdown. La strategia è sempre quella: affrontare la catastrofe, se strettamente necessario e poi ripartire da dove si era rimasti, business as usual, come è accaduto in Emilia-Romagna dopo l’alluvione del 2023.
Parte di questa rimozione ha certamente a che fare col fatto di non voler accettare che siamo nei guai e che, nella storia che riprende il suo cammino, dovremmo trovare un nostro posto, disabituati come siamo a cercarlo.
È difficile raccontare la catastrofe, perché nessuno, noi compresi, ha voglia di pensarci'.
Dopo la settimana 'catastrofista' a casa propria, Kepler-452 onorerà il nuovo festival milanese Life organizzato da Zona K presentando 'La Zona Blu', una lettura di appunti in forma di diario di bordo, accompagnata da immagini documentarie originali, sul viaggio nel Mediterraneo a bordo di Sea-Watch5 che è stato la base di preparazione del nuovo spettacolo 'A Place of Safety'.
Questo ultimo lavoro ha debuttato al Teatro Arena del Sole di Bologna a febbraio del 2025 e tornerà compiutamente in scena nel prossimo autunno al festival del Mediterraneo che organizza il Théâtre des 13 vents a Montpellier.
Lo spettacolo teatrale vero e proprio prevede infatti la presenza di cinque soccoritori, che sono i protagonisti, esattamente come gli operai della ex-GKN lo erano nel fortunato precedente 'Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto'.
A proposito, durante la settimana 'Raccontare la catastrofe', ovvero fino all’11 maggio, nel foyer dell'Arena del Sole a Bologna un'installazione video intitolata 'Insorgiamo Insieme' e allestita da Jakob Brossmann, vedrà ancora gli operai della ex-GKN continuare a raccontare la loro lotta e la loro storia.
Un membro del colletivo di fabbrica, Dario Salvetti, ha poi collaborato con Kepler-452 proprio per la preparazione 'A place of Safety'. Teatro di realtà e realtà del teatro, alla fine, si tratta pur sempre di storie di vita e su questo piano Baraldi-Borghesi&Co. hanno già mostrato di saper magistralmente muoversi.
Proprio sul profondo incrocio con la realtà si gioca tutta la nuova coraggiosa iniziativa di Zona K che si svolgerà fino al 21 giugno a Milano e si apre il 7 maggio nell'area dell'ex Fabbrica del Vapore. Come il logo stesso Life indica, con il richiamo alla celebre testata americana di fotogiornalismo, sarà un festival 'teatrale' in senso particolarissimo, senza concessioni al facile intrattenimento ma con una forte volontà d'impegno politico.
Scopo dichiarato è 'l’allargamento dello sguardo che chiede di andare oltre il bombardamento di informazioni, immagini ed eventi destinati a restare in superficie. Una modalità che si avvicina e si intreccia con l’inchiesta, divergendo in parte nel risultato: non informare, bensì stimolare, riflettere, creare connessioni e osare, dare al pubblico una responsabilità di interpretare quello che vede'.
Impressionante il fittissimo palinsesto di 'Life' intorno a metà maggio, con tocchi d'originalità unici, come 'The Cloud' di Arkadi Zaides che, il 12-13 maggio, esplora i fenomeni naturali/artificiali delle nuvole e la loro complessa relazione materiale e simbolica con l’azione umana, dalla nube tossica di Chernobyl al cloud dell’intelligenza artificiale.
Zaides, ballerino e coreografo di fama, con questo nuovo lavoro prodotto da laGeste, la compagnia belga di Alain Platel, vuole offrire 'un’inaspettata ibridazione tra gli aspetti documentari e fantasmatici delle sue tematiche e del suo dispositivo: dimostrare ciò che vuole considerare, e considerare ciò che vuole dimostrare, nel tempo della rappresentazione scenica'.
Il 13 maggio, in prima nazionale, Life presenta la conferenza spettacolo del giornalista tedesco Jean Peters, autore con CORRECTIV del primo scoop sul piano segreto contro la Germania delle reti di estremisti di destra, che farà il punto su quel che è successo dopo e sul caso controverso della legittimità politica di AfD.
Il 14, come già detto, Borghesi racconterà 'La Zona Blu' kepleriana, e poi, il 15-16 maggio, ecco un altro colpaccio internazionale di Zona K: il ritorno degli originalissimi Ontroerend Goed, collettivo belga in grado di esprimersi con una ricercatezza di linguaggio davvero unica.
Nel 2022, l'ultima volta che sono venuti a Milano, in Triennale Teatro hanno lasciato letteralmente a bocca aperta gli spettatori con 'Are we not drawn onward to new erA', uno spettacolo palindromo sul disastro ecologico ideato dal direttore artistico e regista Alexander Devrient.
A Life, invece, presenteranno la nuova edizione del classico 'Fight Night', creazione del 2013 che aveva portato il collettivo alla ribalta internazionale, con repliche dall’Australia al Canada, da Hong Kong alla Svizzera. A dieci anni dal debutto, gli Ontroerend Goed (ora associati a NTGent), ripropongono e rifanno da capo questo strano spettacolo interattivo, in cui a fare da protagonista è una democrazia in crisi, serrata da un generale sentimento di sfiducia della popolazione e dei partiti politici.
La citazione
Ne pas faire de films politiques mais faire des films politiquement
Il fare 'politicamente' dello spettacolo, secondo la celebre citazione godardiana, è un po' la parola d'ordine di chi invece, pur condividendo gran parte delle ragioni di questo nuovo teatro impegnato, sceglie di attestarsi ancora coraggiosamente su di un linguaggio di teatro-teatro. Esempio aulico Eugenio Barba con Odin Teatret, proprio in questi stessi giorni di Life a Milano, al Teatro Menotti, con il nuovo 'Le nuvole di 'Amleto'.
In questa tradizione, che vanta ormai purtroppo pochi degni eredi, dai maestri della fedeltà poetica al teatro classico ci si può sentir obiettare apoditticamente, a proposito della rappresentazione dei drammi dei migranti: ‘Che cosa si potrà mai dire dopo Euripide? In ‘Ifigenia in Tauride’ chiunque sbarchi sulla costa come esule o migrante viene consegnato alla sacerdotessa e, dopo un dialogo conoscitivo, fatto a pezzi e sacrificato. Un giorno sbarcano dalla Grecia due migranti, li portano al cospetto della sacerdotessa la quale prima di ucciderli li interroga, e scopre che uno di loro è suo fratello. Non c’è altro da aggiungere’.
Già, ma in effetti questi racconti di ‘realtà con la realtà’, come per esempio 'A place of safety', si possono tranquillamente definire ‘post-teatro’, a modello di Rimini Protokoll (che dalle sale teatrali sono ormai usciti fuori) e non si pongono nemmeno il problema di misurarsi con i classici, come hanno fatto e fanno ancora viceversa Milo Rau e i suoi allievi o imitatori.
Ma il dibattito sulle quote di realismo e d'impegno politico non deve distrarre da una situazione che, in prevalenza, vede purtroppo dominare quel teatro-teatrante da mestieranti, riassumibile nel titolo originale 'A failed entertainment' che David Foster Wallace aveva scelto per il suo capolavoro 'Infinite Jest'.
A essere onesti, in mezzo a tante produzioni di costruzione astratta e in fondo d'intrattenimento cult, che magari piacciono ai critici e alle giurie dei premi, almeno in Italia, il genere che potremmo definire del post-teatro impegnato conosce una straordinaria e ammirevole vitalità.